giovedì 30 ottobre 2008

ALLA LOTTA, COMPAGNI!! FUORI I COGLIONI!!

Rifiutando pienamente una concezione teorico-pratica del nostro partito, delle sinistre radicali e del movimento antagonista in genere (e nel particolare dell'attuale studentesco), così come il pensiero critico, bisogna con forza e imperiosità affermare, portare avanti ed incitare una linea nuova che faccia piazza pulita di un certo atteggiamento ultrapacifista, filogandhiano e francescano che tende a disincantare con la sua pur proverbiale retorica verso una compiacenza e soggiacenza al "mitismo" in genere.
Ne abbiamo abbastanza di questo pacifismo molto socialdemocratico.
Siamo pieni dei retori del "peace and love" di sessantottina memoria; le battaglie si vincono con le prese di posizioni dure e decise.
Coerenza, forza, volontà, caparbietà e, perché no, azione dura quando serve (ora più che mai).
L'uomo ha da sempre posto la negazione del dato naturale creando il mondo storico e, quindi, se stesso nel senso pieno del termine; ma non l'ha fatto coi fiorellini, le carezze, chinando il capo, no!
L'ha fatto prendendo in mano la clava, il bastone, il ferro, i cannoni. L'ha fatto sempre sopprimendo l'identità del sè naturale, superando se stesso e il mondo dato. Ha creato l'Uomo Storico creando, apperciocché, se stesso come tale.
Ha conquistato l'oltre di cui mancava, ponendosi aldilà del soddisfacimento da appetizione.
Ha posto, esso stesso ponendosi, la soddisfazione piena del desiderio di riconoscimento. Del
desiderio del desiderio.
Ci sarebbe molto da discutere su ciò, essendo questa una sede limitata.
Il discorso è che, a mio avviso, le cose si devono cambiare. Se noi siamo qui, ora, e scriviamo queste pagine, in fondo, è per questo. Non ci definiremmo comunisti, altrimenti.
Bisogna cambiare lo stato di cose presenti, diceva Marx.
Il nostro tempo storico, ora, ci invita a farlo più che mai. Anche dalle piccole cose.
Battiamoci con la forza delle idee, allora, nei luoghi del lavoro e del sapere. Ma solo questa non serve, purtroppo. La lasciamo agli ecumenicie ai sofisti, accogliendo le riflessioni del compagno Luciano. Nei luoghi del sapere, ora, si deve combattere con decisione, respingendo con perspicacia e durezza le infiltrazioni, anche teoriche, dei fascisti e cappellani.
Per noi la reazione, decisa. E la posizione, dura.
Al lavoro ed alla lotta, compagni!!
Fuori i coglioni!


Simone.

3 commenti:

  1. « La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria,non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La rivoluzione è un atto di violenza »

    Mao Tse-Tung

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  2. "La rivoluzione è sempre per tre quarti fantasia e per un quarto realtà."

    Mikhail Aleksandrovic Bakunin

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  3. Sono sempre Camillo, è dopo che ho rilasciato una citazione di Bakunin...vorrei portarne alla vostra attenzione un'altra di un grande personaggio che entrerà nella storia:"grazie al sangue dei martiri una nuova rivoluzione islamica è sorta ed è la rivoluzione islamica del 1384 (l'anno in corso in Iran, secondo il calendario dell'Egira), che se Dio vorrà, taglierà le radici dell'ingiustizia nel mondo"
    Mahmud Ahmadinejad

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