Il Villaggio Calabria ha svelato i suoi padiglioni con una serie di offerte turistiche e percorsi culturali, che hanno portato al pubblico internazionale “strade nuove” di un territorio ricco non solo della sua natura ma di una storia altrettanto imponente. L’edizione 2010 ha segnato il traguardo dei trent’anni per quest’appuntamento internazionale ospitato nel padiglione 7 del polo fieristico di Rho, sobrio ed elegante. Integrata nell’itinerario delle Antiche Terre e presente per il terzo anno consecutivo la cittadina di Luzzi con la sua storia, la cultura, i monumenti, le tradizioni e la gastronomia di una terra e di un popolo antico e che ha confermato la sua naturale vocazione al turismo soprattutto religioso con il centro cistercense della Sambucina ma anche con le eccellenze in campo economico. E’ il calzaturificio Cesare Firrao la realtà imprenditoriale più forte e che ha attirato ancora una volta il grande interesse dei visitatori, come anche l’autoctono San Vito di Luzzi delle cantine Vivacqua uno dei vini capisaldi della prossima etichetta “Terre di Cosenza”. Dire di essere soddisfatti per sindaco e assessore è sminuire il ruolo che ormai Luzzi si è ritagliato nel panorama turistico nazionale e, infatti, il riscontro di tour operator e pubblico internazionale anche per questa edizione garantiscono un ritorno di immagine che ben presto vedrà i propri risultati con l’arrivo della bella stagione. L’attenzione avuta per Luzzi da visitatori noti, come il musicista Tullio de Piscopo e il critico d’arte Vittorio Sgarbi hanno confermato come la nostra Regione attraverso il turismo può veramente decollare. La pensa così, Manfredo Tedesco sindaco della cittadina della Media Valle del Crati per il quale incontrare per il terzo anno consecutivo gli operatori turistici internazionali rappresenta un caposaldo per la comunicazione di un territorio dalle mille risorse. E il convegno “Calabrie D’uve” ne è stato un esempio. Infatti nella sala convegni del Villaggio Calabria alla presenza di Damiano Guagliardi assessore regionale al turismo, di Maria Rosa Vuono assessore al comune di Cosenza, Gennaro Convertini presidente Ais regionale, e Anna Sacco funzionario della Camera di Commercio di Cosenza si è tenuto un confronto proprio per promuovere il turismo enologico. Manfredo Tedesco ha posto l’accento su come può essere importante per la città di Luzzi fregiarsi di un autoctono come Vivacqua che può aprire percorsi interessanti attraverso l’enogastronomia.
sabato 27 febbraio 2010
venerdì 26 febbraio 2010
1° MARZO- UNITI CONTRO IL RAZZISMO E LO SFRUTTAMENTO
UNITI CONTRO IL RAZZISMO E LO
SFRUTTAMENTO
1° MARZO
GIORNATA DI LOTTA PER I DIRITTI E LA DIGNITÀ
1° MARZO
GIORNATA DI LOTTA PER I DIRITTI E LA DIGNITÀ
Noi, donne e uomini di ogni paese. Noi, immigrati, italiani, figli di immigrati e di emigranti; noi sappiamo che le immigrate e gli immigrati hanno arricchito l’Italia con la loro cultura e il loro lavoro.
Noi rifiutiamo le proposte dei politici che vogliono criminalizzare gli immigrati.
Noi rifiutiamo le politiche razziste che colpiscono gli immigrati per poter sfruttare meglio loro e gli italiani che lavorano.
Siamo indignati perché negli ultimi anni sono state approvate leggi razziste che negano i principi dei diritti umani. Leggi in contrasto con la Costituzione Italiana, che prevede uno stato democratico, senza discriminazioni di “razza, sesso o religione”.
Per questo abbiamo deciso che il 1 marzo deve essere una giornata di lotta.
Una giornata per protestare, informare, sensibilizzare e parlare.
Una giornata per chiedere il rispetto del diritto di ogni essere umano ad una vita dignitosa.
Una giornata per aiutare le immigrate e gli immigrati a capire che i diritti non si ottengono per “concessione” ma grazie alla consapevolezza, alla mobilitazione ed alla lotta.
Una giornata per aiutare gli italiani a capire che gli immigrati non sono i loro avversari; a capire che gli immigrati hanno i loro stessi bisogni e i loro stessi problemi.
I nemici degli italiani e degli immigrati sono gli stessi: gli speculatori, le mafie, i politici senza scrupoli che vogliono mettere i poveri contro i poveri, per meglio sfruttarli.
Noi rifiutiamo le proposte dei politici che vogliono criminalizzare gli immigrati.
Noi rifiutiamo le politiche razziste che colpiscono gli immigrati per poter sfruttare meglio loro e gli italiani che lavorano.
Siamo indignati perché negli ultimi anni sono state approvate leggi razziste che negano i principi dei diritti umani. Leggi in contrasto con la Costituzione Italiana, che prevede uno stato democratico, senza discriminazioni di “razza, sesso o religione”.
Per questo abbiamo deciso che il 1 marzo deve essere una giornata di lotta.
Una giornata per protestare, informare, sensibilizzare e parlare.
Una giornata per chiedere il rispetto del diritto di ogni essere umano ad una vita dignitosa.
Una giornata per aiutare le immigrate e gli immigrati a capire che i diritti non si ottengono per “concessione” ma grazie alla consapevolezza, alla mobilitazione ed alla lotta.
Una giornata per aiutare gli italiani a capire che gli immigrati non sono i loro avversari; a capire che gli immigrati hanno i loro stessi bisogni e i loro stessi problemi.
I nemici degli italiani e degli immigrati sono gli stessi: gli speculatori, le mafie, i politici senza scrupoli che vogliono mettere i poveri contro i poveri, per meglio sfruttarli.
Per tutti questi motivi chiediamo di sostenere, con coraggio e dignità, questi obiettivi
- il diritto al lavoro, alla casa, alla salute per tutte e tutti.
- il ritiro del pacchetto sicurezza
- slegare il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro.
- il rispetto dei diritti delle rifugiate e dei rifugiati.
- il mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro.
- l’accoglienza di tutte e tutti e la chiusura dei CIE.
- la solidarietà a tutti i lavoratori in lotta per la difesa del lavoro.
I GIOVANI COMUNISTI DI LUZZI IN PRIMA LINEA NELLA LOTTA AL RAZZISMO
mercoledì 24 febbraio 2010
Il compagno Borchetta del circolo di Luzzi nel coordinamento nazionale GC!
E' con viva soddifsazione che i Giovani Comunisti della sezione di Luzzi, annunciano l'ingresso nel coordinamento nazionale GC del compagno Camillo Borchetta. Inoltre la tre giorni congressuale di Pomezia, ha eletto i nuovi portavoce dei GC nelle persone del compagno Simone Oggionni della federazione di Bologna e della compagna Anna Belligero della federazione di Bari.
L'elezione del compagno Borchetta nella massima assise nazionale dell'organizzazione giovanile, è solo il culmine di un lavoro di radicamento portato avanti ormai da anni da tutti i ragazzi della sezione di Luzzi. In un momento i cui la politica tutta è in grave crisi, in cui a farla da padrone sono gli elementi populisti e antipolitici, noi riteniamo che i risultati raggiunti dall'opera dei GC di Luzzi (tra i tanti, il coinvolgimento nella politica attiva dei giovani e giovanissimi iscritti, il dibattito aperto e paritario che si è instaurato tra la parte giovanile e resto del partito, la rappresentaza del circolo negli organi provinciali e nazionali) siano veramente eccezionali.
Al compagno Borchetta un augurio di buon lavoro, mentre ai compagni di tutta Italia, in particolare a quelli delle aree "l'Ernesto" ed "Essere Comunisti", che hanno partecipato alla tre giorni congressuale, i compagni di Luzzi inviano il loro più caloroso saluto!
Viva i Giovani Comunisti, viva il Comunismo!
DOCUMENTI DELLA IV CONFERENZA DEI GIOVANI COMUNISTI
Documento politico finale approvato dalla IV Conferenza Nazionale, firmatari Oggionni e Belligero
Presentazione del Primo Documento di Francesco D'Agresta
Intervento conclusivo di Simone Oggionni
Odg sull'imperialismo
Odg sulle alleanze
L'elezione del compagno Borchetta nella massima assise nazionale dell'organizzazione giovanile, è solo il culmine di un lavoro di radicamento portato avanti ormai da anni da tutti i ragazzi della sezione di Luzzi. In un momento i cui la politica tutta è in grave crisi, in cui a farla da padrone sono gli elementi populisti e antipolitici, noi riteniamo che i risultati raggiunti dall'opera dei GC di Luzzi (tra i tanti, il coinvolgimento nella politica attiva dei giovani e giovanissimi iscritti, il dibattito aperto e paritario che si è instaurato tra la parte giovanile e resto del partito, la rappresentaza del circolo negli organi provinciali e nazionali) siano veramente eccezionali.
Al compagno Borchetta un augurio di buon lavoro, mentre ai compagni di tutta Italia, in particolare a quelli delle aree "l'Ernesto" ed "Essere Comunisti", che hanno partecipato alla tre giorni congressuale, i compagni di Luzzi inviano il loro più caloroso saluto!
Viva i Giovani Comunisti, viva il Comunismo!
DOCUMENTI DELLA IV CONFERENZA DEI GIOVANI COMUNISTI
Documento politico finale approvato dalla IV Conferenza Nazionale, firmatari Oggionni e Belligero
Presentazione del Primo Documento di Francesco D'Agresta
Intervento conclusivo di Simone Oggionni
Odg sull'imperialismo
Odg sulle alleanze
lunedì 8 febbraio 2010
Eletto il nuovo Coordinamento provinciale dei GC. Grande Rappresentanza del circolo di Luzzi.
Lo scorso Venerdì 5 febbraio, nei locali della federazione provinciale di Cosenza del partito della Rifondazione Comunista si è tenuta la IV conferenza provinciale dei Giovani Comunisti. Con l’approvazione ad unanimità del 1° documento “una generazione di sogni, conflitti e rivoluzioni” rappresentato dal compagno della direzione nazionale del PRC Simone Oggionni, si è passati successivamente all’elezione di un coordinamento provinciale e del suo coordinatore,che è stato indicato all’unanimità nella persona di Vincenzo Mastrota, giovane brillante vice Sindaco di Villapiana. Importante e significativa la rappresentanza che il circolo di Luzzi avrà in questo nuovo Coordinamento: infatti ne faranno parte il vice Segretario Pietro Ciardullo e i dirigenti Luciano Altomare, Camillo Borchetta e Simon Vincenzo De Marco. Questo importante risultato ottenuto dai giovani di Luzzi è frutto di anni di lavoro sul territorio locale, anche in momenti non facili per il nostro partito. La passione però non è mancata mai e si è lavorato al massimo per coinvolgere tanti ragazzi che fino a poco tempo fa nonostante le loro idee e i loro interessi, preferivano stare lontani dall'attivismo politico.
Un grazie va quindi a tutti i 31 giovani compagni di Luzzi ( numeri che ci rendono il circolo con la maggiore componente giovanile in tutta la Provincia di Cosenza), ma sopratutto al Compagno Rocco Falbo, che insieme ai quattro eletti nel coordinamento locale è stato in prima linea nelle numerose battaglie del nostro circolo e che a breve si accingerà a guidare questo nutrito gruppo con la carica di coordinatore locale dei GC di Luzzi.
Gli altri Membri del Coordinamento sono: Pierluigi Zicaro Romanelli (Santa Sofia d'Epiro), Giulia Clausi (Aprigliano), Anna Roma (Amendolara), Maurizio Bresci (Spezzano Albanese), Pasquale Praino(Cassano Jonio), Piergiorgio Garofalo (Acri), Marco Vercillo e Alessandro Nigro ( Corigliano Calabro), Aldo Lucente ( Cosenza).
Nei prossimi giorni Mastrota darà vita all'esecutivo ed esprimerà la figura di un vice Coordinatore che lo affiancherà nel duro ma emozionante lavoro che lo vedrà impegnato insieme agli altri compagni del coordinamento negli anni a venire. Concludiamo questo comunicato facendo gli auguri di buon lavoro a questo gruppo di giovani che collaboreranno per il bene del nostro partito ma sopratutto della nostra comunità, lottando contro i soprusi e tutte le ingiustizie dei nostri tempi, tenendo ben presenti i principi e le idee per i quali si battono!
Un grazie va quindi a tutti i 31 giovani compagni di Luzzi ( numeri che ci rendono il circolo con la maggiore componente giovanile in tutta la Provincia di Cosenza), ma sopratutto al Compagno Rocco Falbo, che insieme ai quattro eletti nel coordinamento locale è stato in prima linea nelle numerose battaglie del nostro circolo e che a breve si accingerà a guidare questo nutrito gruppo con la carica di coordinatore locale dei GC di Luzzi.
Gli altri Membri del Coordinamento sono: Pierluigi Zicaro Romanelli (Santa Sofia d'Epiro), Giulia Clausi (Aprigliano), Anna Roma (Amendolara), Maurizio Bresci (Spezzano Albanese), Pasquale Praino(Cassano Jonio), Piergiorgio Garofalo (Acri), Marco Vercillo e Alessandro Nigro ( Corigliano Calabro), Aldo Lucente ( Cosenza).
Nei prossimi giorni Mastrota darà vita all'esecutivo ed esprimerà la figura di un vice Coordinatore che lo affiancherà nel duro ma emozionante lavoro che lo vedrà impegnato insieme agli altri compagni del coordinamento negli anni a venire. Concludiamo questo comunicato facendo gli auguri di buon lavoro a questo gruppo di giovani che collaboreranno per il bene del nostro partito ma sopratutto della nostra comunità, lottando contro i soprusi e tutte le ingiustizie dei nostri tempi, tenendo ben presenti i principi e le idee per i quali si battono!
Le foibe sono una menzogna fascista! Basta col revisionismo storico!
Da diversi anni il 10 febbraio è utilizzato per commemorare il fantomatico “eccidio di Italiani” che sarebbe avvenuto durante la Resistenza ad opera dei partigiani “slavo-comunisti” nella Venezia Giulia. Gente che sarebbe stata gettata ancora viva in cavità carsiche (le foibe appunto) dove sarebbe stata lasciata morire tra enormi atrocità per il solo fatto di essere italiana. In queste foibe sarebbero state gettate migliaia, decine (e qualcuno arriva pure a dire centinaia) di migliaia di persone. Nel 2002 l’allora presidente Ciampi disse che le foibe furono una “pulizia etnica”. Talmente falsa è stata questa affermazione che Galliano Fogar, storico dell’Istituto Regionale friulano per la Storia del Movimento di liberazione, ha affermato che nessuno storico serio “osa sostenere tale tesi”.
Gli eventi in causa sono due: l’insurrezione popolare avvenuta in Istria subito dopo l’8 settembre ‘43 ed il governo partigiano di Trieste insediato nel maggio del ‘45 e durato 40 giorni. In questi due momenti, appunto, sarebbero state uccise migliaia di persone colpevoli di essere italiane. Questa tesi è un puro e semplice FALSO STORICO VERGOGNOSO!!!
In Istria, nel periodo dell’insurrezione post 8 settembre, la popolazione inferocita si armò per eliminare ogni traccia del feroce regime di occupazione italiano. Durante il mese di potere popolare vi furono circa 500 vittime, prodotto della più che legittima furia della popolazione oppressa (sia italiana che slava) contro un regime fascista e mostruoso che li aveva straziati e massacrati per due decenni. A tal punto sono menzognere le tesi oggi sostenute su tutti i giornali e le TV che l’8/1/1949 un giornale locale di destra come “Trieste Sera” era costretto ad ammettere: “se consideriamo che l’Istria era abitata da circa 500mila persone, delle quali oltre la metà di lingua italiana, i circa 500 uccisi ed infoibati non possono costituire un atto anti italiano ma un atto prettamente anti-fascista. Se i partigiani rimasti padroni della situazione per oltre un mese avessero voluto uccidere chi era semplicemente “italiano”, in quel mese avrebbero potuto massacrare decine di migliaia di persone”. Chi commise un vero ed efferato massacro furono le SS assieme ai repubblichini di Salò quando nell’inverno del ‘43 ripresero il controllo della penisola istriana e massacrarono 13mila persone. La maggioranza dei cadaveri (quelli sì!) venne gettata nelle foibe.
Ancora più discutibile è la ricostruzione di quel che sarebbe successo presso le foibe della Venezia Giulia e dell’Istria nel maggio ’45: scomparvero effettivamente 3-4 mila persone fra Gorizia, Trieste e Fiume, ma solo una piccola parte delle vittime finì nelle foibe. La grande maggioranza delle vittime, arrestate perché colpevoli, il più delle volte, di aver collaborato con il fascismo, morì nei campi d’internamento in cui venivano rinchiusi i prigionieri. Storiche non di regime come Claudia Cernigoi, Alessandra Kersevan parlano di un ordine di grandezza di alcune decine di infoibati collegati per lo più alle forze fasciste e di occupazione. Sulle famigerate foibe in cui si sostiene siano state gettate migliaia di italiani, le loro ricerche evidenziano che: nella foiba di Basovizza (che non è nemmeno una foiba ma il pozzo di una miniera), quando si è scavato alla ricerca di corpi, si sono trovati i resti di alcuni militari tedeschi risalenti probabilmente alla prima guerra mondiale e qualche carcassa di animale; nella foiba di Opicina (Monrupino) si trovarono solo alcuni corpi di soldati morti in battaglia gettati lì per evitare che le carcasse diffondessero epidemie; nella foiba di Fianona non si è mai trovato nulla e nella zona nessuno ha mai sentito parlare di corpi ivi gettati. Infine, si è pure parlato delle foibe di Fiume…c’è solo un piccolo problema: a Fiume non ci sono foibe! L’unica foiba in cui si rinvennero i cadaveri di 18 fucilati è l’abisso Plutone. Prigionieri fascisti che vennero fucilati dalla cosiddetta banda Steffè, una banda composta in realtà da militari della X Flottiglia MAS che commettevano crimini facendosi passare per partigiani al fine di screditare questi ultimi agli occhi della popolazione.
Altro che eccidio, altro che pulizia etnica. La presenza italiana in Istria e Dalmazia è rimasta viva ed attiva da allora fino ad oggi: sotto la Jugoslavia ha goduto sempre di tutele (scuole, istituzioni culturali, bilinguismo ecc) ed ancora oggi, nonostante il nazionalismo croato abbia ripreso vigore, è rispettata. A parte chi si macchiò di gravi colpe, nessuno fu costretto a lasciare la propria casa. L’esodo fu un’iniziativa volontaria di una parte della popolazione italiana in Istria e Dalmazia. Inoltre, è bene ricordare, che gli accordi di pace stipulati tra Italia e Yugoslavia permettevano agli abitanti italiani delle zone divenute Jugoslave di decidere quale cittadinanza scegliere.
Per capire la colossale montatura nascosta dietro alla favola delle foibe basta sapere chi sono gli “eminentissimi” storici che sono stati fonte di questa propaganda. Nell’ordine: Luigi Papo, noto fascista sotto il regime e a capo della Milizia Montona, responsabile di eccidi e di rastrellamenti partigiani, considerato dalla Yugoslavia un criminale di guerra di cui chiese l’estradizione; Padre Flaminio Rocchi, fascista esponente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia; Maria Pasquinelli collaboratrice della X MAS e dei servizi segreti della RSI; Marco Pirina, incriminato per il tentativo di golpe Borghese del 1970; Giorgio Rustia, militante di Forza Nuova; Ugo Fabbri associato al MSI. Il tutto coordinato dalla regia dell’avvocato Augusto Sinagra, legale di Licio Gelli ed asserito iscritto alla loggia P2. E che dire dell’unico sedicente supersite ad una Foiba che si conosca, Graziano Udovisi? Oggi intervistato con tutti gli onori dalla RAI, si tratta di un criminale di guerra già condannato dalla giustizia italiana: la sua pena, ma guarda un po’, venne attenuata in quanto scampato ad una famigerata foiba a Fianona.
Perché questa montatura?
Perché giornali, TV e tutto l’arco politico, ad eccezione del PRC, ha accettato come verità di Stato da imporre a tutti le menzogne di questo gruppo di fascisti incalliti? Le ragioni sono due. La prima è ridimensionare enormemente le atrocità del nazifascismo e coprire in qualche modo i crimini compiuti dai fascisti nella risiera di San Sabba ma anche nei campi di concentramento di Gonars in Friuli e Arbe-Rab in Dalmazia contro i partigiani e tutta la popolazione, in particolare quella slava. Celebrare i cosiddetti martiri delle foibe serve a controbilanciare il 25 aprile e a mettere sullo stesso piano partigiani e fascisti, come se gli oppressi che si ribellarono e gli oppressori si fossero comportati allo stesso modo. Alcuni storici “progressisti” da salotto, come Pupo o Oliva, non verificano seriamente la falsità dei dati forniti dai revisionisti coi quali, dopo infiniti giri di parole, arrivano spesso ad una conclusione comune: quanto erano cattivi i comunisti e in particolare gli “slavo comunisti” e quanti orrori combinano le masse quando insorgono contro ingiustizie ormai insopportabili. Insomma, una pura propaganda anticomunista basata su frottole colossali! La classe dominante vuole ficcarci a forza nel cervello l’idea che la lotta dei partigiani per il comunismo fu un atto criminale e non una rivolta contro oppressione e sfruttamento.
In secondo luogo, la propaganda sulle foibe ha il fine di alimentare un nazionalismo anti-slavo il cui scopo è creare consenso nei confronti della volontà mai sopita dell’imperialismo italiano di dominare i Balcani ed il mare Adriatico quale centro economico e commerciale strategico. Bisogna allora tacere sulla repressione dello Stato italiano contro la popolazione slava dell’Istria e della Dalmazia dal 1918 in poi. Tacere sulla chiusura di tutte le scuole che insegnavano in sloveno o croato con la riforma Gentile del 1923, tacere sulle centinaia di oppositori sloveni mandati davanti al Tribunale Speciale fascista, tacere sulla confisca dei beni a danno di contadini slavi, tacere sulle atrocità delle forze di occupazione italiane durante la seconda guerra mondiale, quando il generale Robotti si lamentò della scarsa crudeltà dei suoi soldati scrivendo in un dispaccio: “si ammazza troppo poco”.
Reagiamo alla menzogna sulle foibe, costruiamo un grande 25 aprile!
Giù le mani dalla Resistenza!
Viva la lotta Partigiana!
GIOVANI COMUNISTI LUZZI
Gli eventi in causa sono due: l’insurrezione popolare avvenuta in Istria subito dopo l’8 settembre ‘43 ed il governo partigiano di Trieste insediato nel maggio del ‘45 e durato 40 giorni. In questi due momenti, appunto, sarebbero state uccise migliaia di persone colpevoli di essere italiane. Questa tesi è un puro e semplice FALSO STORICO VERGOGNOSO!!!
In Istria, nel periodo dell’insurrezione post 8 settembre, la popolazione inferocita si armò per eliminare ogni traccia del feroce regime di occupazione italiano. Durante il mese di potere popolare vi furono circa 500 vittime, prodotto della più che legittima furia della popolazione oppressa (sia italiana che slava) contro un regime fascista e mostruoso che li aveva straziati e massacrati per due decenni. A tal punto sono menzognere le tesi oggi sostenute su tutti i giornali e le TV che l’8/1/1949 un giornale locale di destra come “Trieste Sera” era costretto ad ammettere: “se consideriamo che l’Istria era abitata da circa 500mila persone, delle quali oltre la metà di lingua italiana, i circa 500 uccisi ed infoibati non possono costituire un atto anti italiano ma un atto prettamente anti-fascista. Se i partigiani rimasti padroni della situazione per oltre un mese avessero voluto uccidere chi era semplicemente “italiano”, in quel mese avrebbero potuto massacrare decine di migliaia di persone”. Chi commise un vero ed efferato massacro furono le SS assieme ai repubblichini di Salò quando nell’inverno del ‘43 ripresero il controllo della penisola istriana e massacrarono 13mila persone. La maggioranza dei cadaveri (quelli sì!) venne gettata nelle foibe.
Ancora più discutibile è la ricostruzione di quel che sarebbe successo presso le foibe della Venezia Giulia e dell’Istria nel maggio ’45: scomparvero effettivamente 3-4 mila persone fra Gorizia, Trieste e Fiume, ma solo una piccola parte delle vittime finì nelle foibe. La grande maggioranza delle vittime, arrestate perché colpevoli, il più delle volte, di aver collaborato con il fascismo, morì nei campi d’internamento in cui venivano rinchiusi i prigionieri. Storiche non di regime come Claudia Cernigoi, Alessandra Kersevan parlano di un ordine di grandezza di alcune decine di infoibati collegati per lo più alle forze fasciste e di occupazione. Sulle famigerate foibe in cui si sostiene siano state gettate migliaia di italiani, le loro ricerche evidenziano che: nella foiba di Basovizza (che non è nemmeno una foiba ma il pozzo di una miniera), quando si è scavato alla ricerca di corpi, si sono trovati i resti di alcuni militari tedeschi risalenti probabilmente alla prima guerra mondiale e qualche carcassa di animale; nella foiba di Opicina (Monrupino) si trovarono solo alcuni corpi di soldati morti in battaglia gettati lì per evitare che le carcasse diffondessero epidemie; nella foiba di Fianona non si è mai trovato nulla e nella zona nessuno ha mai sentito parlare di corpi ivi gettati. Infine, si è pure parlato delle foibe di Fiume…c’è solo un piccolo problema: a Fiume non ci sono foibe! L’unica foiba in cui si rinvennero i cadaveri di 18 fucilati è l’abisso Plutone. Prigionieri fascisti che vennero fucilati dalla cosiddetta banda Steffè, una banda composta in realtà da militari della X Flottiglia MAS che commettevano crimini facendosi passare per partigiani al fine di screditare questi ultimi agli occhi della popolazione.
Altro che eccidio, altro che pulizia etnica. La presenza italiana in Istria e Dalmazia è rimasta viva ed attiva da allora fino ad oggi: sotto la Jugoslavia ha goduto sempre di tutele (scuole, istituzioni culturali, bilinguismo ecc) ed ancora oggi, nonostante il nazionalismo croato abbia ripreso vigore, è rispettata. A parte chi si macchiò di gravi colpe, nessuno fu costretto a lasciare la propria casa. L’esodo fu un’iniziativa volontaria di una parte della popolazione italiana in Istria e Dalmazia. Inoltre, è bene ricordare, che gli accordi di pace stipulati tra Italia e Yugoslavia permettevano agli abitanti italiani delle zone divenute Jugoslave di decidere quale cittadinanza scegliere.
Per capire la colossale montatura nascosta dietro alla favola delle foibe basta sapere chi sono gli “eminentissimi” storici che sono stati fonte di questa propaganda. Nell’ordine: Luigi Papo, noto fascista sotto il regime e a capo della Milizia Montona, responsabile di eccidi e di rastrellamenti partigiani, considerato dalla Yugoslavia un criminale di guerra di cui chiese l’estradizione; Padre Flaminio Rocchi, fascista esponente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia; Maria Pasquinelli collaboratrice della X MAS e dei servizi segreti della RSI; Marco Pirina, incriminato per il tentativo di golpe Borghese del 1970; Giorgio Rustia, militante di Forza Nuova; Ugo Fabbri associato al MSI. Il tutto coordinato dalla regia dell’avvocato Augusto Sinagra, legale di Licio Gelli ed asserito iscritto alla loggia P2. E che dire dell’unico sedicente supersite ad una Foiba che si conosca, Graziano Udovisi? Oggi intervistato con tutti gli onori dalla RAI, si tratta di un criminale di guerra già condannato dalla giustizia italiana: la sua pena, ma guarda un po’, venne attenuata in quanto scampato ad una famigerata foiba a Fianona.
Perché questa montatura?
Perché giornali, TV e tutto l’arco politico, ad eccezione del PRC, ha accettato come verità di Stato da imporre a tutti le menzogne di questo gruppo di fascisti incalliti? Le ragioni sono due. La prima è ridimensionare enormemente le atrocità del nazifascismo e coprire in qualche modo i crimini compiuti dai fascisti nella risiera di San Sabba ma anche nei campi di concentramento di Gonars in Friuli e Arbe-Rab in Dalmazia contro i partigiani e tutta la popolazione, in particolare quella slava. Celebrare i cosiddetti martiri delle foibe serve a controbilanciare il 25 aprile e a mettere sullo stesso piano partigiani e fascisti, come se gli oppressi che si ribellarono e gli oppressori si fossero comportati allo stesso modo. Alcuni storici “progressisti” da salotto, come Pupo o Oliva, non verificano seriamente la falsità dei dati forniti dai revisionisti coi quali, dopo infiniti giri di parole, arrivano spesso ad una conclusione comune: quanto erano cattivi i comunisti e in particolare gli “slavo comunisti” e quanti orrori combinano le masse quando insorgono contro ingiustizie ormai insopportabili. Insomma, una pura propaganda anticomunista basata su frottole colossali! La classe dominante vuole ficcarci a forza nel cervello l’idea che la lotta dei partigiani per il comunismo fu un atto criminale e non una rivolta contro oppressione e sfruttamento.
In secondo luogo, la propaganda sulle foibe ha il fine di alimentare un nazionalismo anti-slavo il cui scopo è creare consenso nei confronti della volontà mai sopita dell’imperialismo italiano di dominare i Balcani ed il mare Adriatico quale centro economico e commerciale strategico. Bisogna allora tacere sulla repressione dello Stato italiano contro la popolazione slava dell’Istria e della Dalmazia dal 1918 in poi. Tacere sulla chiusura di tutte le scuole che insegnavano in sloveno o croato con la riforma Gentile del 1923, tacere sulle centinaia di oppositori sloveni mandati davanti al Tribunale Speciale fascista, tacere sulla confisca dei beni a danno di contadini slavi, tacere sulle atrocità delle forze di occupazione italiane durante la seconda guerra mondiale, quando il generale Robotti si lamentò della scarsa crudeltà dei suoi soldati scrivendo in un dispaccio: “si ammazza troppo poco”.
Reagiamo alla menzogna sulle foibe, costruiamo un grande 25 aprile!
Giù le mani dalla Resistenza!
Viva la lotta Partigiana!
GIOVANI COMUNISTI LUZZI
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