Rifondazione Comunista LUZZI (CS)
Federazione della Sinistra
venerdì 18 febbraio 2011
Sanremo 2011 - Luca e Paolo - Indifferenti - Antonio Gramsci.mp4
“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?
Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l’attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c’è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.
venerdì 11 febbraio 2011
Imboscata..e Via col Vendola!
Ben felici e consapevoli di questa scelta non avremmo mai immaginato che tale iniziativa avrebbe creato tanto clamore, ritenendo l'appello stesso molto costruttivo, semmai ci saremmo aspettati, leggittimamente, qualche discussione sui tempi. Bene, il giorno stesso si è scatenato un vero e proprio putiferio, con molti compagni accusati di fomentare una nuova scissione e e con una vera e propria caccia al traditore. La nostra posizione in merito è stata molto chiara sin dal primo minuto: secondo noi le critiche che sono arrivate erano puramente e volutamente strumentali e, alla luce dei fatti odierni, siamo ancora più convinti di questa considerazione. Sarà un caso ma le critiche più feroci sono arrivate proprio da quell'area che negli ultimi due giorni ha subito importanti defezioni con la transfuga di alcuni Compagni verso SEL (di oggi il passaggio di Failla, Segretario Prc di catania e Ferreriano di ferro). Ci viene allora spontaneo chiederci se tutto quel ambaradan non è stato preparato a tavolino per innescare una guerra fratricida tra coloro che all'interno del PRC vedono come obiettivo comune quello della Rifondazione di un grande unico partito Comunista. Una mossa astuta per chi, da dietro le quinte abilmente, si oppone a questo progetto e che da tempo aspettava l'occasione per creare guerre intestine, per chi non vuole prendersi le responsabilità della diaspora dei Comuniti verso Sel, ma che in realtà magari non aspetta altro che una buona scusa per fare il grande salto. In conclusione, invitiamo i Compagni ad essere vigili, a non cadere in trappole che potrebbero rivelarsi fatali. Non sarà certo un appello, di per sè costruttivo, a bloccare il processo di unificazione dei Comunisti, semmai stiamo attenti a chi gioca al massacro, a chi non ha alcun interesse nel coltivare questo sogno e pensa invece al modo migliore per virare verso i lidi Vendoliani, oggi sempre più di moda.
Una storia di ordinaria ferocia
Benvenuti nell' Italia medievale e razzista della Lega!
CUBA : IL PRIMO VACCINO TERAPEUTICO DEL MONDO CONTRO IL CANCRO AI POLMONI
CIMAVAX-EGF è il risultato di circa quindici anni d’investigazioni ed è indirizzato al sistema relazionato al tumore e non provoca effetti secondari severi, ha precisato la specialista.
“Si basa su una proteina che abbiamo tutti, il fattore di crescita epidermico, relazionato con i processi di proliferazione cellulare che, quando c’è un cancro, non sono controllati”, ha dettagliato la dottoressa González, che ha indicato:” Dato che l’organismo tollera ciò che è suo e reagisce contro “l’estraneo”, abbiamo fatto una composizione tale che riuscisse a generare anticorpi”.
Questo vaccino si applica nel momento in cui il paziente termina il trattamento con radioterapia o chemioterapia ed è considerato terminale senza alternative terapeutiche, perchè aiuta a controllare la crescita tumorale senza tossicità associate, ha precisato.
Inoltre lo si può utilizzare come trattamento cronico, che aumenta le aspettative e la qualità della vita del paziente.
L’investigatrice ha segnalato che dopo la sua registrazione in Cuba, attualmente il CIMAVAX-EGF sta “avanzando ” in altri paesi e che si sta valutando la forma di usare il suo principio in terapie contro altri tumori, come quelli della prostata, dell’utero e della mammella.
giovedì 10 febbraio 2011
Sondaggio sull'unità dei Comunisti.
La domanda che poniamo ai Compagni è questa: 2011 Anno decisivo per il futuro dei Comunisti! Qual'è la tua posizione in merito alla possibile creazione di un unico Partito Comunista?
1) SI, bisogna arrivarci al più presto senza remore
2) SI, è necessario, ma bisogna arrivarci gradualmente
3) NO, non c'è bisogno di un nuovo soggetto Comunista
4) NO, sono contrario al processo di unificazione di Prc e Pdci.
Votate! Troverete il sondaggio a destra del post! Saluti Comunisti!
mercoledì 9 febbraio 2011
Le foibe sono una menzogna fascista!
Gli eventi in causa sono due: l’insurrezione popolare avvenuta in Istria subito dopo l’8 settembre ‘43 ed il governo partigiano di Trieste insediato nel maggio del ‘45 e durato 40 giorni. In questi due momenti, appunto, sarebbero state uccise migliaia di persone colpevoli di essere italiane. Questa tesi è un puro e semplice FALSO STORICO VERGOGNOSO!!!
In Istria, nel periodo dell’insurrezione post 8 settembre, la popolazione inferocita si armò per eliminare ogni traccia del feroce regime di occupazione italiano. Durante il mese di potere popolare vi furono circa 500 vittime, prodotto della più che legittima furia della popolazione oppressa (sia italiana che slava) contro un regime fascista e mostruoso che li aveva straziati e massacrati per due decenni. A tal punto sono menzognere le tesi oggi sostenute su tutti i giornali e le TV che l’8/1/1949 un giornale locale di destra come “Trieste Sera” era costretto ad ammettere: “se consideriamo che l’Istria era abitata da circa 500mila persone, delle quali oltre la metà di lingua italiana, i circa 500 uccisi ed infoibati non possono costituire un atto anti italiano ma un atto prettamente anti-fascista. Se i partigiani rimasti padroni della situazione per oltre un mese avessero voluto uccidere chi era semplicemente “italiano”, in quel mese avrebbero potuto massacrare decine di migliaia di persone”. Chi commise un vero ed efferato massacro furono le SS assieme ai repubblichini di Salò quando nell’inverno del ‘43 ripresero il controllo della penisola istriana e massacrarono 13mila persone. La maggioranza dei cadaveri (quelli sì!) venne gettata nelle foibe.
Ancora più discutibile è la ricostruzione di quel che sarebbe successo presso le foibe della Venezia Giulia e dell’Istria nel maggio ’45: scomparvero effettivamente 3-4 mila persone fra Gorizia, Trieste e Fiume, ma solo una piccola parte delle vittime finì nelle foibe. La grande maggioranza delle vittime, arrestate perché colpevoli, il più delle volte, di aver collaborato con il fascismo, morì nei campi d’internamento in cui venivano rinchiusi i prigionieri. Storiche non di regime come Claudia Cernigoi, Alessandra Kersevan parlano di un ordine di grandezza di alcune decine di infoibati collegati per lo più alle forze fasciste e di occupazione. Sulle famigerate foibe in cui si sostiene siano state gettate migliaia di italiani, le loro ricerche evidenziano che: nella foiba di Basovizza (che non è nemmeno una foiba ma il pozzo di una miniera), quando si è scavato alla ricerca di corpi, si sono trovati i resti di alcuni militari tedeschi risalenti probabilmente alla prima guerra mondiale e qualche carcassa di animale; nella foiba di Opicina (Monrupino) si trovarono solo alcuni corpi di soldati morti in battaglia gettati lì per evitare che le carcasse diffondessero epidemie; nella foiba di Fianona non si è mai trovato nulla e nella zona nessuno ha mai sentito parlare di corpi ivi gettati. Infine, si è pure parlato delle foibe di Fiume…c’è solo un piccolo problema: a Fiume non ci sono foibe! L’unica foiba in cui si rinvennero i cadaveri di 18 fucilati è l’abisso Plutone. Prigionieri fascisti che vennero fucilati dalla cosiddetta banda Steffè, una banda composta in realtà da militari della X Flottiglia MAS che commettevano crimini facendosi passare per partigiani al fine di screditare questi ultimi agli occhi della popolazione.
Altro che eccidio, altro che pulizia etnica. La presenza italiana in Istria e Dalmazia è rimasta viva ed attiva da allora fino ad oggi: sotto la Jugoslavia ha goduto sempre di tutele (scuole, istituzioni culturali, bilinguismo ecc) ed ancora oggi, nonostante il nazionalismo croato abbia ripreso vigore, è rispettata. A parte chi si macchiò di gravi colpe, nessuno fu costretto a lasciare la propria casa. L’esodo fu un’iniziativa volontaria di una parte della popolazione italiana in Istria e Dalmazia. Inoltre, è bene ricordare, che gli accordi di pace stipulati tra Italia e Yugoslavia permettevano agli abitanti italiani delle zone divenute Jugoslave di decidere quale cittadinanza scegliere.
Per capire la colossale montatura nascosta dietro alla favola delle foibe basta sapere chi sono gli “eminentissimi” storici che sono stati fonte di questa propaganda. Nell’ordine: Luigi Papo, noto fascista sotto il regime e a capo della Milizia Montona, responsabile di eccidi e di rastrellamenti partigiani, considerato dalla Yugoslavia un criminale di guerra di cui chiese l’estradizione; Padre Flaminio Rocchi, fascista esponente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia; Maria Pasquinelli collaboratrice della X MAS e dei servizi segreti della RSI; Marco Pirina, incriminato per il tentativo di golpe Borghese del 1970; Giorgio Rustia, militante di Forza Nuova; Ugo Fabbri associato al MSI. Il tutto coordinato dalla regia dell’avvocato Augusto Sinagra, legale di Licio Gelli ed asserito iscritto alla loggia P2. E che dire dell’unico sedicente supersite ad una Foiba che si conosca, Graziano Udovisi? Oggi intervistato con tutti gli onori dalla RAI, si tratta di un criminale di guerra già condannato dalla giustizia italiana: la sua pena, ma guarda un po’, venne attenuata in quanto scampato ad una famigerata foiba a Fianona.
Perché questa montatura?
Perché giornali, TV hanno accettato come verità di Stato da imporre a tutti le menzogne di questo gruppo di fascisti incalliti? Le ragioni sono due. La prima è ridimensionare enormemente le atrocità del nazifascismo e coprire in qualche modo i crimini compiuti dai fascisti nella risiera di San Sabba ma anche nei campi di concentramento di Gonars in Friuli e Arbe-Rab in Dalmazia contro i partigiani e tutta la popolazione, in particolare quella slava. Celebrare i cosiddetti martiri delle foibe serve a controbilanciare il 25 aprile e a mettere sullo stesso piano partigiani e fascisti, come se gli oppressi che si ribellarono e gli oppressori si fossero comportati allo stesso modo. Alcuni storici “progressisti” da salotto, come Pupo o Oliva, non verificano seriamente la falsità dei dati forniti dai revisionisti coi quali, dopo infiniti giri di parole, arrivano spesso ad una conclusione comune: quanto erano cattivi i comunisti e in particolare gli “slavo comunisti” e quanti orrori combinano le masse quando insorgono contro ingiustizie ormai insopportabili. Insomma, una pura propaganda anticomunista basata su frottole colossali! La classe dominante vuole ficcarci a forza nel cervello l’idea che la lotta dei partigiani per il comunismo fu un atto criminale e non una rivolta contro oppressione e sfruttamento.
In secondo luogo, la propaganda sulle foibe ha il fine di alimentare un nazionalismo anti-slavo il cui scopo è creare consenso nei confronti della volontà mai sopita dell’imperialismo italiano di dominare i Balcani ed il mare Adriatico quale centro economico e commerciale strategico. Bisogna allora tacere sulla repressione dello Stato italiano contro la popolazione slava dell’Istria e della Dalmazia dal 1918 in poi. Tacere sulla chiusura di tutte le scuole che insegnavano in sloveno o croato con la riforma Gentile del 1923, tacere sulle centinaia di oppositori sloveni mandati davanti al Tribunale Speciale fascista, tacere sulla confisca dei beni a danno di contadini slavi, tacere sulle atrocità delle forze di occupazione italiane durante la seconda guerra mondiale, quando il generale Robotti si lamentò della scarsa crudeltà dei suoi soldati scrivendo in un dispaccio: “si ammazza troppo poco”.
Reagiamo alla menzogna sulle foibe, costruiamo un grande 25 aprile!
Basta col revisionismo storico!
Giù le mani dalla Resistenza!
Viva la lotta Partigiana!
Non possiamo più attendere!
Pietro Ciardullo
“1921-2011 : per la ricostruzione del Partito Comunista”. Cronaca di un convegno
Sala piena e grande entusiasmo per Diliberto: successo per i comunisti di Luzzi.
Alla manifestazione hanno partecipato diverse centinaia di persone provenienti non solo dalla cittadina luzzese ma dall'intera provincia, fatto che può fare ben facilmente dire che il circolo locale PRC ha compiuto una grande prova di radicamento e militanza, dimostrando una volta di più di essere la forza politica maggiormente attiva sul territorio. Se si è riusciti a costruire una serata di così grande successo e se si è poututo portare a Luzzi una personalità molto conosciuta in ambito nazionele come Oliviero Diliberto, è stato possibile farlo principalmente grazie agli sforzi dell'ideatore della manifestazione, il cittadino luzzese-rositano Alessandro Belmonte, curatore del famoso sito ilbriganterosso.info e attualmente dirigente del PDCI in Emilia Romagna; grandi meriti vanno riconosciuti poi alla componente giovanile del direttivo di Rifondazione formata da Pietro Ciardullo, Camillo Borchetta, Luciano Altomare, Rocco Falbo e Simovincenzo De Marco, ai quali non sono mai mancati il supporto e i suggerimenti degli altri membri, il segretario Francesco Altomare, Dante Martire, Pino Pirri, Mario Martire e l'assessore Elio Belmonte. In particolare, un sentito ringraziamento va rivolto a quest'ultimo per il fatto di aver finanziato con il suo stipendio di componente della giunta comunale tutte le spese inerenti la realizzazione e la promozione dell'evento.
La grande partecipazione della gente è un ulteriore segnale del fatto che oggi più che mai la popolazione di sinistra sente un disperato bisogno di sentirsi rappresentata e a questo bisogno, nell'ambito luzzese, il locale circolo PRC sta da anni provando a rispondere con una iniziativa politica che pone la sua essenza nel radicamento di base e nell'intervento diretto e quotidiano nel tessuto sociale comunale. La giornata del 28 gennaio, evento memorabile per Luzzi se rapportato all'apatia politica che regna sovrana sia nel campo dell'opposizione cittadina ma purtroppo anche tra la maggioranza, vuol essere un ulteriore tasselo verso la costruzione di un ormai necessario Partito Comunista di Massa che interviene giorno per giorno nei problemi e nelle contraddizioni create dall'attuale sistema socio economico, nell'ottica di realizzare al più presto un modello di sviluppo alternativo alla barbarie attualmente dominante sia in Italia ma in particolare nel Meridione. Grazie ancora a tutti i partecipanti per aver reso possibile una così entusiasmante giornata e grazie soprattutto ad Oliviero Diliberto il quale con la sua presenza, almeno per una sera, ha fatto sentire Luzzi agli stessi livelli delle grandi città italiane.
Diliberto a Luzzi
L’ex ministro di Grazia e Giustizia ed attuale segretario nazionale del PdCI e portavoce della Federazione della Sinistra, Oliviero Diliberto, venerdì prossimo sarà a Luzzi. L’esponente politico nazionale prenderà parte, infatti, all’iniziativa “1921-2011. Ricostruire il Partito Comunista”, in programma per le ore 18 nella sala consiliare “A.Gardi”. L’incontro, promosso dal locale circolo del Partito della Rifondazione Comunista insieme all’associazione “Marx XXI°”, rientra in una serie di iniziative che si stanno svolgendo a livello nazionale - è spiegato in una nota stampa - “per riflettere, a novanta anni dalla nascita del Partito Comunista Italiano, sull’esigenza della ricostruzione di un Partito Comunista in grado di intercettare ed organizzare - si legge ancora - il crescente conflitto sociale che le recenti lotte degli studenti contro la riforma Gelmini e degli operai Fiat contro il piano Marchionne hanno reso più che mai evidente”.Il dibattito, moderato dal giovanissimo vice segretario del Prc luzzese, Pietro Ciardullo, vedrà, oltre alla presenza dell’ex Ministro della Giustizia, la partecipazione dell’ex senatore Fosco Giannini e del segretario regionale del partito, Michelangelo Tripodi. La decisione di ospitare nella cittadina luzzese una manifestazione di tale portata rappresenta “un motivo di grande orgoglio per il gruppo dirigente locale - è evidenziato nella nota stampa - ed in particolare per la sua numerosa componente giovanile da sempre attivissima sul territorio”.
sabato 6 novembre 2010
sabato 27 marzo 2010
mercoledì 24 marzo 2010
Scuole e sanità invece che il Ponte i progetti per rilanciare la sinistra in Calabria
Ottimismo nella Federazione: «La gente sa che se vince la destra sarà un disastro»
La Federazione della Sinistra si presenta alle elezioni in Calabria con la speranza di continuare a svolgere in maniera ancora più forte il proprio lavoro. Nino De Gaetano, giovane consigliere e segretario regionale del Prc, corre da un comune all’altro negli ultimi frenetici giorni di campagna elettorale in cui è candidato. «Dobbiamo innanzitutto battere le destre – afferma – rappresentate da noi da un piccolo Berlusconi che gode dell’appoggio di un vasto sistema clientelare. Non possiamo lasciargli la nostra regione, ne deriverebbe un danno micidiale». A detta di De Gaetano, durante la precedente legislatura il governo nazionale ha depredato gran parte dei fondi europei (Fas) per pagare le «quote latte» di Lombardia e Veneto. Mentre la Regione cercava di stabilizzare lavoratori, i tagli alla scuola hanno portato a 3500 nuovi disoccupati. «Con questa consiliatura – prosegue – è iniziato un intervento di salvaguardia ambientale che per noi è di importanza vitale. Se vince la destra, verranno spesi miliardi di euro per un inutile e dannoso ponte sullo Stretto. Risorse che potrebbero essere impiegate per lavorare sul nostro dissesto idrogeologico, prima che si verifichino altre catastrofi. Qui bastano piogge troppo forti o una mareggiata e si rischiano vite. Se chiediamo un voto per la Federazione della Sinistra è perché abbiamo le carte in regola per portare avanti, un nuovo piano per il lavoro e l’occupazione, perché vogliamo ampliare il programma dei vaucher formativi da destinare alle nostre migliori intelligenze affinché non fuggano ma rimangano in Calabria. Perché al di là di tante declamazioni non solo le nostre sono “ pulite” ma è soprattutto grazie alla nostra spinta che si è definito un codice etico a cui tutti gli eletti debbono sottostare, elaborato con la commissione antimafia, e perché con noi, per la prima volta la Regione si è costituita come parte civile contro la ’ndrangheta».
I 3 consiglieri uscenti sono fra quelli che possono vantare di non aver ricevuto mai un avviso di garanzia e la Federazione, insieme alla coalizione ripete ormai in maniera netta di rifiutare i voti della criminalità organizzata. «La presenza di Callipo per l’IdV, rafforza di fatto la destra – conclude De Gaetano- Bisogna evitare che, complice una cattiva informazione, anche fra coloro che ci sono vicini passi l’idea di sostenerlo come un candidato di rinnovamento. Callipo ha una idea di sviluppo e di economia che non coincide con la vita e i bisogni delle persone e soprattutto dei lavoratori».
«Sostenere Loiero per impedire che si faccia il ponte», è anche il punto di partenza di Piero Mascaro, segretario del Prc a Catanzaro: «Nella nostra zona ci sono decine di comuni a rischio per frane, terremoti, alluvioni, strade interrotte da tempo e frazioni totalmente isolate – afferma - Ci sono disastri annunciati e occorre drenare le risorse destinate al ponte per mettere in sicurezza questi territori e ricostruire le infrastrutture. Sappiamo che anche a sinistra ci sono molte critiche verso la nostra scelta di appoggiare Loiero, c’è chi minaccia il voto disgiunto (voto di lista alla Federazione e a Callipo come presidente) ma sarebbe un errore clamoroso. Nelle ultime settimane molte compagne e compagni hanno capito che soltanto battendo Scopelliti e rafforzando la Federazione sarà possibile fare qualcosa per la nostra terra».
Alle precedenti elezioni europee, la nascente Federazione ottenne in questa regione un forte risultato, quasi il 7%. Le regionali sono diverse, pesano elementi locali e il voto di preferenza che spesso travalica la lista per cui ci si presenta, ma nei circoli di Prc e Pdci, gira un cauto ottimismo. Va superata l’asticella del 4%, su questa base si spinge affinché si consideri il voto alla Federazione come utile, non solo a impedire che i piani berlusconiani di controllo totale di Sicilia e Calabria, necessario a garantire l’affare del secolo, il ponte, si realizzino. Una presenza forte della Federazione in consiglio e in giunta garantirebbero controllo e intervento pubblico per affrontare la crisi, quella che in Calabria è iniziata molto prima che nel resto del paese e che è ben lontana dal terminare.
in data:23/03/2010
http://www.liberazione.it/rubrica-file/Scuole-e-sanit--invece-che-il-Ponte-I-progetti-per-rilanciare-la-sinistra-in-Calabria.htm
Scuole e sanità invece che il Ponte i progetti per rilanciare la sinistra in Calabria
Ottimismo nella Federazione: «La gente sa che se vince la destra sarà un disastro»
La Federazione della Sinistra si presenta alle elezioni in Calabria con la speranza di continuare a svolgere in maniera ancora più forte il proprio lavoro. Nino De Gaetano, giovane consigliere e segretario regionale del Prc, corre da un comune all’altro negli ultimi frenetici giorni di campagna elettorale in cui è candidato. «Dobbiamo innanzitutto battere le destre – afferma – rappresentate da noi da un piccolo Berlusconi che gode dell’appoggio di un vasto sistema clientelare. Non possiamo lasciargli la nostra regione, ne deriverebbe un danno micidiale». A detta di De Gaetano, durante la precedente legislatura il governo nazionale ha depredato gran parte dei fondi europei (Fas) per pagare le «quote latte» di Lombardia e Veneto. Mentre la Regione cercava di stabilizzare lavoratori, i tagli alla scuola hanno portato a 3500 nuovi disoccupati. «Con questa consiliatura – prosegue – è iniziato un intervento di salvaguardia ambientale che per noi è di importanza vitale. Se vince la destra, verranno spesi miliardi di euro per un inutile e dannoso ponte sullo Stretto. Risorse che potrebbero essere impiegate per lavorare sul nostro dissesto idrogeologico, prima che si verifichino altre catastrofi. Qui bastano piogge troppo forti o una mareggiata e si rischiano vite. Se chiediamo un voto per la Federazione della Sinistra è perché abbiamo le carte in regola per portare avanti, un nuovo piano per il lavoro e l’occupazione, perché vogliamo ampliare il programma dei vaucher formativi da destinare alle nostre migliori intelligenze affinché non fuggano ma rimangano in Calabria. Perché al di là di tante declamazioni non solo le nostre sono “ pulite” ma è soprattutto grazie alla nostra spinta che si è definito un codice etico a cui tutti gli eletti debbono sottostare, elaborato con la commissione antimafia, e perché con noi, per la prima volta la Regione si è costituita come parte civile contro la ’ndrangheta».
I 3 consiglieri uscenti sono fra quelli che possono vantare di non aver ricevuto mai un avviso di garanzia e la Federazione, insieme alla coalizione ripete ormai in maniera netta di rifiutare i voti della criminalità organizzata. «La presenza di Callipo per l’IdV, rafforza di fatto la destra – conclude De Gaetano- Bisogna evitare che, complice una cattiva informazione, anche fra coloro che ci sono vicini passi l’idea di sostenerlo come un candidato di rinnovamento. Callipo ha una idea di sviluppo e di economia che non coincide con la vita e i bisogni delle persone e soprattutto dei lavoratori».
«Sostenere Loiero per impedire che si faccia il ponte», è anche il punto di partenza di Piero Mascaro, segretario del Prc a Catanzaro: «Nella nostra zona ci sono decine di comuni a rischio per frane, terremoti, alluvioni, strade interrotte da tempo e frazioni totalmente isolate – afferma - Ci sono disastri annunciati e occorre drenare le risorse destinate al ponte per mettere in sicurezza questi territori e ricostruire le infrastrutture. Sappiamo che anche a sinistra ci sono molte critiche verso la nostra scelta di appoggiare Loiero, c’è chi minaccia il voto disgiunto (voto di lista alla Federazione e a Callipo come presidente) ma sarebbe un errore clamoroso. Nelle ultime settimane molte compagne e compagni hanno capito che soltanto battendo Scopelliti e rafforzando la Federazione sarà possibile fare qualcosa per la nostra terra».
Alle precedenti elezioni europee, la nascente Federazione ottenne in questa regione un forte risultato, quasi il 7%. Le regionali sono diverse, pesano elementi locali e il voto di preferenza che spesso travalica la lista per cui ci si presenta, ma nei circoli di Prc e Pdci, gira un cauto ottimismo. Va superata l’asticella del 4%, su questa base si spinge affinché si consideri il voto alla Federazione come utile, non solo a impedire che i piani berlusconiani di controllo totale di Sicilia e Calabria, necessario a garantire l’affare del secolo, il ponte, si realizzino. Una presenza forte della Federazione in consiglio e in giunta garantirebbero controllo e intervento pubblico per affrontare la crisi, quella che in Calabria è iniziata molto prima che nel resto del paese e che è ben lontana dal terminare.
in data:23/03/2010
http://www.liberazione.it/rubrica-file/Scuole-e-sanit--invece-che-il-Ponte-I-progetti-per-rilanciare-la-sinistra-in-Calabria.htm