Venerdi 28 gennaio l’Associazione politico-culturale “ Marx XXI ” ha organizzato a Luzzi ( Cosenza), un dibattito pubblico dal titolo “ 1921-2011 – Per la ricostruzione del Partito comunista”. Nella Sala del Consiglio comunale di Luzzi, ancor prima che giungessero tutti i relatori, erano presenti centoventi comunisti cosentini ( in grandissima parte dirigenti e militanti PRC e PdCI), tra i quali moltissimi i giovani. Oltre i relatori “ufficiali” ( Oliviero Diliberto, Fosco Giannini, Michelangelo Tripodi ( segretario regionali PdCI Calabria), Nicola Corbino ( segretario provinciale PRC Cosenza), molti altri sono intervenuti dal pubblico, compreso il sindaco di Luzzi, che ha voluto portare il suo saluto al convegno. Negli interventi dei dirigenti locali è uscito il quadro sociale drammatico calabrese: miseria, sottosviluppo e mafia, una condizione che “ richiede – come ha detto con forza Tripodi – un ritorno forte dei comunisti e della sinistra di classe nella nostra regione”. L’ex senatore “ calabrese” Fosco Giannini ha posto con nettezza la questione dell’unità dei comunisti come prima e necessaria “accumulazione di forze” per l’obiettivo della ricostruzione del Partito comunista. “ Quando poniamo il problema del Partito comunista – ha affermato Giannini – ci vengono poste almeno due grandi obiezioni: la prima relativa alla supposto esaurimento del pensiero comunista, la seconda relativa alla supposta scomparsa del movimento comunista e rivoluzionario nel mondo. Questioni entrambe risibili, false”. “ Il comunismo – ha aggiunto Giannini – è l’insieme di scienza e storia e attualissima è la scienza marxista come grande è la storia concreta e trasformatrice del comunismo. La seconda obiezione – la scomparsa nel mondo del movimento comunista, rivoluzionario, antimperialista – è sconfessata sonoramente dai fatti, da ciò che va accadendo nel mondo, dall’America Latina all’Asia, passando per l’Africa”. “ Antonio Gramsci – ha ricordato Giannini – in un articolo apparso su L’Ordine Nuovo del 13 gennaio 1921 ( pochi giorni prima del 21 gennaio di Livorno), scriveva : La classe operaia italiana sa di non potersi emancipare e di non poter emancipare tutte le altre classi oppresse e sfruttate dal capitalismo nazionale, se non esiste un sistema di forze rivoluzionarie mondiali cospiranti allo stesso fine”. “ Ecco – ha rimarcato Giannini – coloro che oggi vogliono rilanciare un Partito comunista in Italia non sono soli al mondo, non sono visionari, ma sanno di poter contare – a partire dal Venezuela, da Cuba, dal Sud Africa, dalla Cina - su quel sistema di forze rivoluzionarie mondiali cospiranti – come diceva Gramsci – allo stesso fine”.Conclusioni di Oliviero Diliberto. “ Siamo nel buio della Repubblica – ha affermato il segretario nazionale del PdCI. “ Il disegno di schiavizzare il movimento operaio e l’intero mondo del lavoro da parte di Marchionne è esattamente il segno dei tempi. Come il segno dei tempi è l’imbarbarimento e la volgarizzazione del costume politico e morale che proviene da Berlusconi e dal suo marcio sistema di potere. Il senso comune reazionario di massa – così come lo dipingeva Togliatti – è tornato e sostiene un regime. L’attacco violento alla scuola, all’Università non è solo un’azione nefasta e distruttrice in sé; esso è paradigmatico di un volere strategico delle destre e del capitale : spegnere la cultura vuol dire spegnere la critica e l’opposizione, vuol dire spegnere i cervelli. “ Abbiamo bisogno – ha proseguito il segretario del PdCI – di mettere in campo un’alternativa democratica alle destre; un’alternativa democratica vasta che abbia in sé la forza della sinistra di classe e il cuore del Partito comunista”. “ Da anni mi batto – ha proseguito Diliberto – per la ricostruzione, in Italia, di un Partito comunista più grande ( almeno un po’ più grande) dei due partiti comunisti oggi presenti: il PRC e il PdCI. Per questo ho proposto e continuo a proporre l’unità dei due partiti e l’unità dei comunisti. Continuo a proporlo al gruppo dirigente di Rifondazione Comunista, che ancora non ha deciso, nonostante l’unità dei comunisti sia percepita dai più come cosa di buon senso, non come una proposta geniale, ma razionale, giusta, inevitabile. Nonostante tutto, tuttavia, la costruzione del Partito comunista e l’unità dei comunisti è richiesta dall’oggettività delle cose, dalla stessa e vasta sofferenza sociale, dall’attacco durissimo del capitale. Per questo motivo noi vogliamo che il prossimo Congresso sia quello della ricostruzione del Partito comunista: un cantiere aperto a tutti coloro – i comunisti, le comuniste – che vogliono l’unità e il rilancio di un Partito comunista all’altezza dei tempi e dello scontro di classe”.
LUZZI (Cosenza) - 28 gennaio 2011
Fosco Giannini
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